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Gastronomia Sangiovannese

Nel nostro territorio, a tratti collinoso, è ancora vivo il ricordo di una vita contadina sana, sebbene difficile e dura a causa delle scarse risorse agricole, ma supportata dalla sua forte gente con tenacia ed ottimismo.


Descrizione

Non vi erano grandi distese coltivate a grano, pochi oliveti e vigneti. Il granoturco veniva coltivato in piccoli appezzamenti ed ogni contadino provvedeva con l’allevamento del maiale a procurarsi i grassi necessari per il condimento delle vivande e rifornirsi di carne per l’inverno con prosciutti e salsicce. La carne, appannaggio di pochi e solo per i giorni di festa, era quasi sempre di castrato, pecora, capra o qualche altro animale da cortile. Ancora oggi, nonostante le molte attività industriali ed artigianali in cui hanno trovato un posto di lavoro, i Sangiovannesi, continuano a coltivare ed amare il loro piccolo appezzamento di terreno.

Questo legame con la terra ci porta a gustare cibi locali dai sapori un po’ forti, ma piacevolissimi e genuini. Il primo piatto per antonomasia sono le fettuccine sottilissime, i fini fini, ed i setosi tagliolini all’uovo conditi con regaglie di pollo, o con sugo d’agnello, le recchietelle, gli gnocchi e le sagnette con “fasur” (fagioli). L’abbacchio ed il capretto rimangono i cardini della cucina ciociara, cotti arrosto, a scottadito o brodettati.

Il pollo con i peperoni è il piatto tipico di Ferragosto, mentre a Natale si fanno ancora le “crespelle”, piccole ciambelle di morbida pastella fritta e i susamelli, biscottini al miele con nocciole, e a Pasqua viene confezionata nelle case la “pigna” (un dolce di pasta lievitata), ciambelle ed il tortolo (simile al panettone) decorato con zuccherini colorati che lo rendono molto appariscente oltre che gustoso. Sono molto gustosi i piatti, seppur semplici, come le “ciammotte” (lumache) al sugo rosso. Le verdure ed i legumi hanno sempre avuto un ruolo importante nella dieta locale: i cavoli cappuccio e fagioli, zucca gialla.
Il giorno di Santa Lucia (13 dicembre) in quasi tutte le case di S. Giovanni Incarico si prepara la polenta con la farina gialla, un po’ lenta, quasi al cucchiaio, condita con spuntature di maiale o salsicce. Buona è anche la polenta vegetariana condita con i broccoletti; questa verdura, della famiglia delle rape, ha un particolare sapore deciso ed amaro, esaltato dalla cottura a crudo con olio ed aglio. Altre verdure molto usate sono il crescione, la cicoria selvatica e l’indivia (scarola). L’indivia ripiena con acciughe, capperi e pezzettini di pane è una vera leccornia.

I piccoli peperoncini verdi fritti nell’olio servono a stuzzicare l’appetito ed insaporire qualsiasi pietanza.
Le pizze rustiche sono un altro piatto giornaliero, fatte con pasta di pane e farcite con verdure varie o con formaggio e prosciutto di montagna.

I formaggi sono eccellenti, fatti ancora nelle campagne come il “caciocavallo”, le “marsoline”, il “pecorino”, la “provola dolce”, la “ricotta”. Non si sa mai quante ricottine di pecorino si potranno trovare al mercato, perché la produzione varia a seconda del latte a disposizione del singolo pastore.

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